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Risposte
di ATOMI PER LA PACE ai quesiti dei ragazzi
dell'I.T.I.S Paleocapa di Bergamo
POLITICHE ENERGETICHE Certamente la via da seguire è quella della diversificazione delle fonti, con un ruolo importante della componente elettronucleare, pari almeno alla quota del carico di base, ovvero circa il 50%. 2. È possibile raggiungere un'autonomia energetica per il nostro Paese investendo solo sulle energie rinnovabili, invece che sul nucleare? Assolutamente no: è semplicemente impossibile. Qualunque tecnico qualificato lo sa bene. 3. Secondo voi, come dovrebbe essere soddisfatto il fabbisogno energetico dell'Italia tra cinquant'anni? Per raggiungerlo ci sono ostacoli tecnologici da superare o manca solo volontà politica? Il nucleare di Gen IV dovrebbe coprire un ruolo decisivo, a nostro avviso. Gli ostacoli sono essenzialmente di natura politica, e sono possibili solo a causa della scarsissima informazione del pubblico su questo argomento (peraltro voluta). 4. Qual è il campo di ricerca che ritenete più promettente nel settore delle rinnovabili? E nel nucleare? Il solare ha ancora grandi margini di miglioramento, ma non potrà mai fornire quantitativi significativi di energia a causa della sua natura aleatoria e discontinua.Quanto al nucleare, bisognerebbe senza esitazione investire sulla tecnologia dei reattori veloci e, in parallelo, come investimento a lungo termine, sulla fusione nucleare. 5. Dopo l’accaduto a Chernobyl, quanti Paesi oltre all’Italia hanno chiuso con il nucleare? Attualmente quanti Paesi hanno impianti nucleari? In seguito all’incidente di Chernobyl, praticamente nessuno a parte l’Italia. L’Austria ha preso questa decisione molto prima, la Germania molto dopo (e non ha ancora spento tutti gli impianti, nonostante i proclami!). 6. L'associazione Atomi per la Pace potrebbe essere sponsorizzato? O rimane un'associazione "No Profit"? No, l’associazione Atomi per la Pace è no-profit: tutto il denaro raccolto dagli iscritti viene re-investito in opere di divulgazione. Ognuno vi presta il proprio lavoro a titolo assolutamente gratuito (da statuto). 7. La ricerca di fonti energetiche “pulite” non rischia di rendere meno urgenti lo sviluppo di buone pratiche/ tecnologie per il risparmio energetico? Assolutamente no: non c’è nessun motivo per non svolgere le due cose in parallelo. In ogni caso, ben venga la prevenzione degli sprechi inutili, ma facciamo bene i conti: installare nuovi meccanismi ha dei costi non solo economici, ma anche energetici ed ambientali. Va tutto tenuto di conto per bene, al netto dei proclami. E ricordiamo anche la prima fonte di cibo NON è la dieta.
COSTI ENERGIA L’energia prodotta col nucleare è già una delle più economiche. Ovviamente i costi potrebbero abbassarsi ancora, per impianti modulari ed in serie… 2. È vero che in Francia l’energia elettrica costa meno perché c’è il nucleare? È vero che l’Italia importa dalla Francia il 15% dell’elettricità che consuma? Si, è tutto vero. 3. Perché in Italia la bolletta elettrica è così cara? Perché per produrre energia brucia i combustibili più cari (l’Italia da sola consuma più gas di Francia, Svizzera, Portogallo, Romania, Finlandia e Danimarca messe assieme!). Aggiungiamo che ha investito oltre cento miliardi di euro in fonti rinnovabili che forniscono appena il 15% del fabbisogno (cioè circa 1 kWh ogni 7!), e il quadro è completo! 4. Il costo per la costruzione e manutenzione di una centrale nucleare è elevato, ma effettivamente grazie all’energia che produce si riesce a ripagare ciò che si è speso per costruirla? Certamente, producendo una delle forme di energia più economica peraltro. A dirlo è il report della NEA (l’Agenzia per l’Energia Nucleare, con sede a Parigi), che prende in considerazione 243 impianti in 24 nazioni – per chi volesse approfondire l’argomento da un punto di vista più tecnico c’è una articolo dedicato all’argomento sul sito di Atomi per la Pace (http://www.atomiperlapace.com/Files/Articoli/Veri_Costi_Nucleare.html).
SICUREZZA DELLE CENTRALI Certamente. I nuovi impianti dispongono di contenitori di sicurezza di assoluta solidità, anche in caso di impatto di un aereo, ‘core catcher’ (cioè un ‘pentolone’ di sicurezza) sotto il nocciolo in caso di fusione del nocciolo, e sistemi di sicurezza passiva ed intrinseca. 2. Ammettiamo che sulla carta i progetti di nuove centrali nucleari siano sicuri. Il problema evidente però in Italia è la qualità della realizzazione delle opere progettate, nonché la successiva gestione a livello di manutenzione: siamo il paese dei ponti crollati, delle funivie che si sono staccate, tutto per mancata manutenzione. Come potremmo essere in grado di gestire l'operatività e la manutenzione di una centrale nucleare senza pericolo? Diciamo subito che noi le centrali nucleari le abbiamo costruite ed esercite in passato, e senza nessun problema! Inoltre, nel nucleare evitare controlli, mettersi d’accordo fra ‘amici’ ecc. è molto ma molto più complesso che per un ponte! Poi sta anche a noi ed alla nostra visione di futuro: vogliamo rassegnarci a rimanere il paese della mafia? E se così fosse, basterebbe non fare il nucleare per stare sicuri…? 3. Cosa ne pensate del fatto che pur non ci siano centrali nucleari in Italia a causa delle scorie radioattive e agli impatti devastanti e perenni che possono portare in caso di incidenti, noi siamo comunque esposti al rischio dovuto alla presenza di queste centrali in paesi confinanti l'Italia come la Francia e la Svizzera. Sugli impatti delle radioattività ci sarebbe molto da dire, ma quel che è certo è che la disinformazione ha fatto la parte del leone in questi anni. Avete mai avuto modo di vedere cosa sia diventata l’area di Chernobyl oggi? Pensate sia deserta e non ci siano forme di vita? Vi lasciamo il piacere di scoprirlo da soli… E comunque gli impianti Svizzeri e Francesi sono fatti a regola d’arte, non ci creano alcuna apprensione… anzi, organizziamo persino delle visite guidate presso un impianto svizzero, per chi volesse ‘toccare con mano’. 4. É vero che le centrali nucleari possono rivelarsi degli obiettivi sensibili per attacchi terroristici? E’ praticamente impossibile per un terrorista danneggiare significativamente una centrale nucleare moderna. Esistono obiettivi molto più semplici ed efficaci da colpire… e l’11 settembre 2001 (e non solo!) ce lo dicono chiaramente… 5. Com’è utilizzata la robotica nelle centrali nucleari e i vari ambiti di applicazione, sia in situazioni di lavoro quotidiano sia in situazioni di emergenza? Le applicazioni sono svariate: si va dalla movimentazione del combustibile, alle ispezioni delle tubature, all’ausilio in caso di incidenti per finire allo smantellamento dell’impianto.
DISPONIBILITA’ URANIO Perché semplicemente, se usato in maniera corretta, soddisferebbe pienamente tutti i bisogni dell’Umanità per molti secoli (se non millenni)! 2. Qual è l’effettiva disponibilità di uranio per il futuro? Mantenendo lo stesso livello di richiesta di energia, per quanto tempo basterebbe? Poiché le riserve di uranio, incluse quelle non convenzionali (ovvero l’uranio presente nei fosfati, da cui già oggi si può estrarre), ammontano a 38 milioni e mezzo di tonnellate, e nel mondo se ne consumano 65 mila tonnellate all’anno, le riserve basterebbero per oltre 592 anni. Se poi l’uranio si estraesse dall’acqua di mare, sappiate che ce ne sono 5 miliardi di tonnellate. Se poi si usassero i reattori veloci, l’uranio si sfrutterebbe circa 200 volte meglio di oggi… Fatevi da soli due conti!
SCORIE Se conservate correttamente, assolutamente no. 2. La sistemazione delle scorie radioattive è un problema risolvibile? Certo che lo è, tant’è vero che in Finlandia fra pochissimi anni entrerà in funzione il deposito geologico (e poi anche in altri Paesi).
ASPETTI IMPIANTISTICI Certo, ne occupano una frazione miserrima: migliaia di volte meno! 2. Dopo quanto tempo una centrale nucleare deve essere smantellata? La vita degli impianti attuali è di 60 anni, ed alcuni impianti estendono la loro vita utile a 80 anni. 3. Quali sono i tempi richiesti per lo smantellamento di una centrale nucleare? Dipende da molti fattori, ma se ci si mette a lavorare come si deve, può bastare qualche anno. 4. Qual è la vostra opinione sui reattori di quarta generazione? Che sarebbero la vera chiave di volta per il fabbisogno energetico mondiale, laddove venissero implementati correttamente. 5. In Italia sono presenti centrali nucleari abbandonate? Se si, sarebbe possibile metterle di nuovo in funzionamento? Si, ce ne sono ben 4: Trino Vercellese, Garigliano, Caorso e Latina. Non avrebbe più senso cercare di ripristinarle. 6. Quali zone dell’Italia ritenete più idonee per un eventuale posizionamento delle centrali nucleari? Le centrali nucleari si posizionano in base a vari criteri, che contemplano la disponibilità idrica, la clinometrìa, la distribuzione della popolazione, ecc. Esistono delle mappe che sono state stilate dagli enti preposti (ci sono siti adatti in tutta Italia).
IMPATTI AMBIENTALI DEL NUCLEARE Si, nel suo funzionamento una centrale nucleare non emette alcuna anidride carbonica. Ovviamente le attività di costruzione ed estrazione ne emettono una certa (minima, rispetto all’energia prodotta) quantità. 2. Quanto è “pulita” l’energia nucleare? Bisogna capire cosa si intende per ‘pulito’. Ad oggi, è certamente una delle fonti più pulite, specialmente fra quelle continue, affidabili ed economiche. 3. Quanto è l’ impatto a livello paesaggistico-visivo delle centrali nucleari rispetto a quello delle fonti rinnovabili? Praticamente irrisorio, nella maggioranza dei casi. Le uniche strutture visibili potrebbero essere le torri evaporative (quegli enormi iperboloidi da cui esce vapore), che però non sono prerogativa degli impianti nucleari.
CONCLUSIONE L’energia nucleare, ad oggi, è una fonte pulita, continua, abbondante ed economica – ma solo a patto di farla ‘bene’. |